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"Le Parole che Curano" - E ora cosa leggo?


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LA RUBRICA
 
Una marea
di libri sui tumori,
proviamo a orizzontarci
 
 
ALLA SCOPERTA 
DELL’IMPERATORE
DEL MALE
 
A cura di: Davide Deangelis
 
 
E ORA CHE COSA LEGGO?
 
La mole di articoli, pubblicazioni, testi e riviste in ambito medico ed in particolare nelle specialità oncologiche ha raggiunto proporzioni tali che se un medico decidesse di dedicarsi alla loro lettura, verosimilmente cesserebbe di esercitare la propria professione. Per scongiurare tale eventualità conseguono sempre più credibilità agenzie formative, costituite da ricercatori, studiosi e tirocinanti, che si occupano di leggere tali opere e redigere delle selezioni da indicizzare nelle banche dati sanitarie, agevolando così l'aggiornamento di medici ed infermieri. Tuttavia, se gli esperti della salute sono preparati, in ragione del loro percorso di studi, e tutelati dal suddetto sistema formativo, così non è, né ovviamente potrebbe esserlo, per coloro che sono estranei all'ambito sanitario e hanno competenze e conoscenze diverse. Ma se queste persone volessero avvicinarsi, per curiosità intellettuale o per vicissitudini personali, al vasto capitolo dell'oncologia medica, quali indicazioni potremmo dare loro? Come orientarsi in questa sovrabbondanza, spesso incoerente e fuorviante di informazioni? Quali criteri discriminativi esigere e ricercare?

A queste domande proveremo a rispondere proponendo la lettura di alcuni testi, scritti da oncologi e non, che trattano il tema della malattia e l'esperienza esistenziale del malato, condizioni inscindibili per qualunque approccio eticamente corretto. Ben consci della difficoltà intrinseca di qualunque selezione letteraria e della portata morale di tale orientamento di pensiero, maturato dall'incontro con personalità specifiche e dall'unicità del proprio vissuto, vorremmo lasciarci condurre da queste parole di Kant: « fino a che punto e quanto correttamente penseremmo, se non pensassimo per così dire in comunità con gli altri, ai quali noi partecipiamo i nostri pensieri e essi a noi i loro? » ¹

 
L'imperatore del male
Scritto da un oncologo e ricercatore americano, di chiare origine indiane, come tradisce il suo nome, Siddhartha Mukherjee, il ponderoso volume, vincitore del premio Pulitzer nel 2011, reca nel sottotitolo le intenzioni programmatiche, e non deluse, del suo autore: una biografia del cancro. Composta con grande maestria, dallo stile levigato ed avvincente insieme, l'opera ripercorre la storia della malattia tumorale, attraverso le tappe salienti che portarono al perfezionamento della chirurgia, alla scoperta della radio-chemioterapia, alle nuove terapie a bersaglio molecolare, senza tralasciare citazioni colte, riprese in esergo, all'apertura dei capitoli, o narrazioni aneddotiche che sconfinano nella letteratura classica e nella sociologia.
Un libro che attraversa la storia della medicina e per il tramite della lente dell'oncologo vi legge tutti i progressi e le conquiste ottenute, perché -probabilmente- nella storia della medicina e di come l'uomo ha tentato di organizzare e predisporre le cure, possiamo intravvedere la storia dell'intera umanità.
Da leggere tutto d'un fiato.
 
Speranza domaniSperanza di domani
Sicuramente più breve e dal tono caldo e divulgativo, come solo la cultura ed il modus vivendi mediterraneo sanno esprimere, il libro dell'oncologo francese David Khayat riesce a informare e commuovere osservando il registro della medicina narrativa e confidando un'aspettativa alta per la ricerca scientifica futura, sulle orme del suo connazionale Luc Montegnier, nel suo altisonante “La scienza ci guarirà”. Quando non si lasciano irretire dalle lusinghe mediatiche o non indugiano nelle blandizie commerciali promuovendo ora questa, ora quella dieta “miracolosa”, anti-aging, predittiva e protettiva da molteplici malattie, rimangono professionisti di valore e condivisi dal consesso accademico e scientifico. In quest'opera poi, il pregio di Khayat è senza dubbio quello di sembrare sincero quando deplora lo stigma ed il silenzio che per anni hanno offeso i pazienti malati di tumore, impegnandosi nel riconoscimento di una maggior dignità del malato, a partire dalla comunicazione della diagnosi alle informazioni concernenti il consenso alle cure.
Da leggere con senso critico.
 
Padiglione cancro 1Padiglione cancro
Un'opera che non ha bisogno di presentazioni. Terminato alla fine degli anni '60 del secolo scorso, questo lavoro, insieme al libro-inchiesta “L'arcipelago Gulag” permise a Solzenicyn di essere insignito del premio Nobel per la Letteratura. Pur non essendo scritto da un medico, il romanzo delinea con precisione i silenzi dei personaggi, con meticolosità i particolari clinici, con attenzione le paure della prognosi: un realismo che solo uno studioso di “materie dure” (Solzenicyn era matematico e fisico) è in grado di possedere, come dimostrano le opere di un altro immenso autore concentrazionario, Primo Levi. Narrare vicende vissute in prima persona (lo scrittore si ammalò di cancro) pur trasfigurandole con gli opportuni espedienti letterari, consente al lettore un'immedesimazione senza eguali. Al di là delle interpretazioni socio-politiche di denuncia al socialismo ed alle sue disumane pratiche carcerarie, l'importanza del romanzo risiede nelle lucide analisi esistenziali dei pazienti affetti da tumore ed nella riflessione sulla distinzione tra il tempo cronologico, oggettivo e quello soggettivo, vissuto da chi è allettato. Con quest'opera Solzenicyn si inserisce nella grande tradizione letteraria russa, quella di Dostoevskij, con cui condivide il ripiegamento interiore e l'esperienza della detenzione, e quella di Tolstoj, che ricorda nella minuziosità descrittiva della semeiotica clinica raccontata ne “La morte di Ivan Illic”.
Un classico, per ogni libreria.
 
Organi VitaliOrgani vitali
Sebbene non tratti unicamente temi oncologici, il libro dell’anatomopatologo messicano, naturalizzato statunitense, Gonzalez-Creussì, è un vero capolavoro di poesia. Simboli, metafore, aneddoti, arcaismi si intrecciano con sapienti capacità affabulatorie, in grado di affascinare il lettore fin dalla prima pagina. L’attenzione scrupolosa, quasi maniacale dei particolari anatomici del corpo viene sublimata da una prosa impeccabile, punteggiata da termini tecnici, ma polverati di lirismo. Uno stile d’altri tempi, che trova eco nel famosa frase di Barnard: «Il corpo umano è la Cattedrale più grande che Dio abbia mai costruito»
Un capolavoro di poesia.
 
 
I libri significativi ed edificanti sono molti, il tempo breve, iniziamo con questi: se saranno apprezzati, ne consiglieremo altri.
 
¹ I. Kant Che cosa significa orientarsi nel pensiero? Adelphi, Milano, 1996
 

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