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Torino inventa, Milano acchiappa

Cinghiale

 
 IL QUADRETTO
 
Di: Gianni Romeo
 
Si è riaperta a Torino
la stagione della caccia.
Non la caccia alla volpe
di stampo britannico 
che sembra un film, 
i cacciatori tutti tirati a lucido
con le giacchette rosse...
 
ben altro!!!

FertSi è riaperta a Torino la stagione della caccia. Non la caccia alla volpe di stampo britannico che sembra un film, i cacciatori tutti tirati a lucido con le giacchette rosse in groppa a cavalli ben indottrinati sulla parte, i cani scatenati a scovare la preda, si gioca 20 contro una ma i cacciatori recitano la parte di chi sta impegnandosi in un’impresa problematica. La povera volpe lo sa, è destinata a soccombere. Non è nemmeno la caccia alla pernice bianca o a un leprotto o magari al cinghiale, questo parente prossimo del maiale che sta un po’ esagerando a riprodursi e combinaSamia 55 parecchi disastri alle culture, per cui quando lo ammazzano sono (quasi) tutti contenti, quelli che lo impallinano e quelli che poi se le mangiano in tavola con la polenta e un buon bicchiere di barbera.

La caccia a Torino, il cacciatore è Milano tanto per precisare, si era iniziata nel lontanissimo dopoguerra. Prima di parlare dell’EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche merita un cenno e forse più la Fert di corso Lombardia nata nel 1919, Fiori Enrico Roma Torino, da lì l’acronimo, film d’epoca senza il sonoro, poi assorbita da Cinecittà. Ma ecco nel 1927 proprio nella città sabauda con una sede di fortuna in via Bertola, poi in via Arsenale, si era sviluppato rapidamente il magico fenomeno della radio che allargava presto antenne e tentacoli in tutta Italia, da Trieste a Palermo attraverso Milano e Roma. E il cacciatore Milano, alla fine era riuscito a catturare la preda nel frattempo diventata Rai, Radio Audizioni Italiane pur dovendo accontentarsi poi di spartire la torta con Roma.

Francobollo AutoMa a Torino ci sono teste con il cervello fine nella prima metà del Novecento e che fanno? Dopo aver dato orecchie e voce agli italiani decidono anche di vestirli, soprattutto di vestire le lor signore e s’inventano il Salone della Moda. Nasce così nel 1935 l’Ente Nazionale della Moda che poi verrà battezzato nel 1950 Samia, dopo i lunghi tormenti della seconda guerra mondiale. Il Salone della Moda Italiana avrà la sua casa a disposizione al Valentino con Palazzo Esposizioni. Per quasi trent’anni Torino diventa il centro vitale dell’abbigliamento e si batte con onore con Parigi. E anche qui Milano cacciatore catturerà la preda. Ma non imprigionerà la fantasia dei torinesi.  
 
Ecco la Fiat sempre più muscolosa, arriva il Salone dell’auto. Un Salone oggi meno che dimezzato e anche qui si vive di ricordi. Il cacciatore ha sempre tante pallottole in canna, noiSalone Libro torinesi magari lo teniamo a bada con il Museo del Cinema appollaiato sotto la Mole, ci siamo fatti forti con un eccezionale Salone del Libro, ma c’è già chi sussurra che sia un miracolo avere ancora qui quest’altra nobilissima invenzione torinese.  E l’ultimo safari, recente, è partito nell’area sportiva. Visto il successo che raccoglie il torneo Atp di tennis dell’area Piazza d’Armi, Sporting e Palazzo ex Alpitour, ormai noto in tutto il mondo, l’insaziabile Milano si Acesta facendo avanti.
 
Ma siamo pronti a inventarci qual che altra diavoleria. E i Gianduiotti, almeno quelli. non ce li porteranno via. 

Sono piccolini, magari li nasconderemo sotto la lingua che è un buon nascondiglio e una delizia per il palato.

Gianduiotto

 

 

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