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La Carta dei Servizi dell'Oncologia italiana 2021

 

2021 Libro bianco AIOM

 
 
 
IL CONTRIBUTO
 
 
Il Libro Bianco dell'AIOM
Il network delle
Reti Oncologiche
Regionali
 
 
La XIa Edizione
del Libro Bianco 
dell’Oncologia Italiana del 2021
ha l’obiettivo di rispecchiare
lo stato dell’Oncologia in Italia.
 
 
 
Si è cercato insieme di fornire un censimento del sistema assistenziale oncologico e di definire per AIOM una linea di costante e di intensa collaborazione con le istituzioni nazionali e regionali. AIOM ancora una volta quindi si impegna per fornire servizi ai pazienti ed alle istituzioni. Alle informazioni sulle strutture di oncologia medica su base provinciale, si accompagna un puntuale censimento dei centri di radioterapia, di anatomia patologica e dei laboratori di biologia molecolare, della disponibilità di psico-oncologi e di strutture di centralizzazione per la preparazione dei farmaci oncologici. Viene fatto un focus anche sulla copertura dei registri tumori, sull’assistenza domiciliare e la presenza di Hospice, e sulle associazioni di volontariato che quotidianamente supportano il nostro lavoro nella vicinanza con i pazienti. Un ulteriore osservatorio è quello che è stato aperto sullo stato delle reti oncologiche regionali, che devono essere implementate sull’intero territorio nazionale. Vengono riportati inoltre i dati relativi a strutture e personale per la ricerca clinica, e alla formazione universitaria con informazioni in merito alle Scuole di Specializzazione in Oncologia. In questa edizione si sono raccolti dati relativi alla presenza di un gruppo di cure simultanee e, conseguentemente, alla continuità assistenziale.
Questa XI edizione del Libro Bianco 2021 si è rivolta sia allo sviluppo dei dati raccolti e alla qualità di tali informazioni che alla loro fruizione da parte di cittadini, operatori sanitari e istituzioni.
 
Prefazione

In questi ultimi anni la ricerca scientifica in ambito oncologico ha compiuto enormi progressi, rendendo curabili patologie che precedentemente non lo erano, prolungando la vita di molte persone e garantendo loro una migliore qualità della stessa. I dati AIOM ci confortano, mostrando una crescita del numero delle persone, circa 3,6 milioni, pari al 5,7% dell’intera popolazione, che vivono dopo la diagnosi di cancro. Tali successi sono il risultato dell’utilizzo di strumenti sempre più efficaci e di una maggiore adesione ai programmi di screening. Gli stessi dati mostrano un aumento della sopravvivenza: il 65% delle donne e il 59,4% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone, è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.

Un quadro del genere testimonia l’eccellente lavoro portato avanti dagli oncologi italiani, e più in generale il grande lavoro compiuto sul fronte della prevenzione primaria ed in particolare nella lotta al tabagismo, nella diffusione degli screening su base nazionale, nei miglioramenti diagnostici, nei progressi terapeutici (chirurgici, farmacologici, radioterapici) e nell’applicazione sempre più su larga scala di una gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici. Lavoreremo ancor più energicamente a supporto degli oncologi sul fronte della prevenzione e della diagnosi precoce, poiché questi sono i migliori strumenti che abbiamo a disposizione per contrastare il cancro.

Lo scenario della lotta contro questa patologia si sta modificando sempre più rapidamente. Le nuove terapie personalizzate, basate sulla profilazione genomica, sull’individuazione delle alterazioni responsabili della crescita tumorale, consentono ai medici di valutare più opzioni terapeutiche per il paziente, di usare terapie sempre più mirate, approcci che hanno spesso costi elevati ponendo al sistema sanitario una sfida in termini di sostenibilità. Ovvero: può il nostro Servizio Sanitario Nazionale permettersi di mettere queste cure a disposizione delle persone che ne hanno bisogno? È mia ferma condizione che ciò sia non solo possibile ma doveroso, e che vadano individuate le formule per garantire la sostenibilità dell’innovazione, procedendo a un efficientamento della spesa, ottimizzando l’uso delle risorse, senza dimenticare che una popolazione alla quale vengono restituite la salute e una buona qualità della vita rappresenta la prima forma di risparmio in termini di riduzione dei costi sanitari e assistenziali.

Questo è il grande lavoro che ci attende: sostenere l’innovazione e coniugarla con l’equilibrio del sistema, tener conto dei reali bisogni del paziente, della necessità di umanizzare e personalizzare sempre più le cure ad essi rivolte, valorizzare il lavoro dei medici che quotidianamente si fanno carico del lavoro più delicato e complesso, puntando sulla formazione che è la principale garanzia di sicurezza per i nostri pazienti e di appropriatezza nell’erogazione delle cure. Ritengo fondamentale, da medico e da rappresentante delle Istituzioni, mettere al centro la ricerca, snodo decisivo per assicurare le migliori opportunità terapeutiche ai cittadini, supportandola nelle strutture del Servizio Sanitario nazionale, tra cui gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) che rappresentano l’eccellenza del nostro sistema sanitario.

L’oncologia italiana, adeguatamente supportata attraverso politiche di sostegno alla ricerca e allo sviluppo, può rappresentare un motore di sviluppo in ambito scientifico, ma anche economico e sociale. Se la ricerca non viene finanziata, muore. Ed è impressionante il lavoro fatto dai nostri ricercatori in relazione ai finanziamenti ricevuti. Il nostro impegno sarà indirizzato a favorire i finanziamenti alla ricerca e parallelamente a stimolare le assunzioni dei medici, mettendoli al tempo stesso nelle condizioni di lavorare nel migliore dei modi possibili. Perché i medici e i professionisti sanitari sono l’anima del nostro Servizio Sanitario.

Il sistema assistenziale oncologico italiano è una rete che trae forza dall’impegno, dalla competenza, dalla passione che coloro che vi operano mettono ogni giorno al servizio del malato oncologico e della sua famiglia, ascoltando, rispondendo a bisogni complessi, usando umanità e ascolto nell’interazione col paziente più fragile.

È importante perciò valorizzare questo patrimonio e offrire a tutti, e ai pazienti in particolare, un quadro preciso di questa rete nelle sue varie declinazioni, avere a disposizione un censimento dettagliato non solo delle strutture di oncologia medica, dei centri di radioterapia, di anatomia patologica, dei laboratori di biologia molecolare, ma anche dell’assistenza domiciliare, delle associazioni di volontariato, un quadro utile anche agli operatori sanitari e ai noi decisori. La Rete oncologica deve essere sempre più il legame per la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, con un modello organizzativo che attraverso l’approccio multi-disciplinare con l’integrazione delle differenti specialità garantisca la migliore presa in carico dei pazienti, attraverso la condivisione dei percorsi di cura e garantendo l’equità nell’accesso alle cure.

Siamo perciò lieti di contribuire anche quest’anno come Ministero della Salute con una nota introduttiva a quest’importante pubblicazione, per sottolineare il nostro apprezzamento verso questo censimento del sistema assistenziale oncologico di cui I’AIOM si fa promotrice, in quanto parte del più ampio impegno dell’oncologia per migliorare la cura e l’assistenza dei malati, uno sforzo che ci impegniamo a ripagare con un supporto, un ascolto e un dialogo che non faremo mai mancare.

                                                                               Pierpaolo Sileri
                                                               Sottosegretario di Stato alla Salute
 
 

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    Nel Rapporto 2015
    di AIRTUM-AIOM
    cifre preoccupanti.
    Nel 2015 registrati
    89.000 nuovi casi,
    900.000 i pazienti in Italia.
    Difficoltà di diagnosi e cure,
    le strade da seguire.
     
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