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Per una migliore qualità di vita in oncologia


2017 PDTA
 Percorsi espressivi
attraverso arte e cultura
 
In ogni malato,
in particolare 
quello oncologico,
può essere importante
stimolare iniziative 
volte all’espressione 
del proprio essere
e del proprio esistere.
 
 
Di: Ernesto Bodini
 
Il cancro, si sa, è una fonte di forti emozioni negative: dolore, sofferenza, paura, morte, per sé e per gli altri. Sia pur anche a livello simbolico e inconscio, la stessa parola “cancro” è sufficiente a creare un disagio emotivo nella maggior parte delle persone, sino ad evocare il concetto della propria morte. La malattia fena la vita e in molti casi la oscura... Concetto che, soprattutto la società moderna, tende a negare aggrappandosi a tutti i mezzi della tecnologia, con la falsa illusione di poterla sconfiggere… Le emozioni, anche se molto forti, sono le stesse che risultano essenziali per la vita psichica di ogni individuo e costituiscono la base sentimentale di ogni comportamento umano.Tutte considerazioni note, ma ogni volta è bene ricordare soprattutto a chi “non soffre” che ogni dove la malattia frena la vita e in molti casi la oscura sino a rallentarne il ritmo. Scandisce il tempo nel tentativo, non tenue, di aggrapparsi alla speranza: ultima “risorsa” per continuare a vivere. Ed ancora. Quando si accanisce moltiplicando i sintomi e il dolore, la malattia crea una frattura, trasforma ogni cosa che fa parte del quotidiano... tanto da impadronirsi della mente e dell’anima; non dà tregua né tra le mura di un ospedale e a volte nemmeno tra quelle domestiche. Ma in ogni malato, in particolare quello oncologico, la reazione alla malattia è diversa e va considerata, compresa e per quanto possibile condivisa sia da parte dell’operatore sanitario che dei famigliari... Quindi, “Capire per curare”, così titolava un articolo apparso sul settimanale Panorama nel 2007 per introdurre l’argomento tumori e psicologia, nel corso del quale lo psichiatra Luigi Grassi di Ferrara precisava: «…il cancro, più di ogni altra patologia, non colpisce solo il corpo ma coinvolge la psiche, producendo una dissoluzione del mondo e intaccando la vita nei suoi significati più profondi». Ma tutto questo può bastare a sostenere il paziente oncologico? È evidente che creare modelli di intervento psicoterapeutico per questi malati dovrebbe essere un obiettivo di cura e la Psiconcologia, ad esempio, insiste sul dialogo e interazione attraverso il conoscere, il capire e l’ascoltare… e magari stimolare iniziative volte all’espressione del proprio essere e del proprio esistere.
 
Dal Progetto del 2006 “Narrare la malattia
Teatro Popolare EuropeoContrariamente a quanto si crede non sono poi così rari i casi di pazienti che per combattere il male non solo si “adeguano” alle terapie, ma contemporaneamente sentono il bisogno di manifestare attività ludiche o più impegnative come l’arte (qualunqe essa sia) con particolare impegno, sino a “dimenticare” o “sottovalutare la patologia che li ha colpiti. Tra le esperienze che ho individuato in questi anni nell’area piemontese quella relativa ad un progetto per la realizzazione di un film documentario sui temi dell’umanizzazione in medicina che si è concretizzato con il titolo Porte, Soglie, Passaggi. Un evento teatrale multimediale sull’esperienza simbolica del cancro per tutti coloro che, nel mezzo della propria personale “passione del vivere”, dal teatro non cercano risposte ma aperture per compiere ciascuno il proprio passaggio. L’idea trae origine dall’attività di teatro sociale svolta dal Teatro Popolare Europeoall’interno dell’ospedale San Giovanni Vecchio Antica Sede (SGAS - Molinette) di Torino, iniziata nel 2006 con il progetto sulle narrazioni di comunità Narrare la malattia, ideato da Alessandra Rossi Ghiglione. Da qui l’incontro e la collaborazione con privati e associazioni accomunate dal desiderio di dare, attraverso l’arte, un’idea ampia di cultura della salute, sino ad estendere la collaborazione con il progetto Aiutami a non aver paura dell’associazione culturale Antescena. L’evento ha avuto il sostegno di vari Enti istituzionali, realtà associative e culturali.
 
Tra le attività realizzate il concerto spettacolo Passioni Cabaret per raccontare, evocare, provocare e suggerire cos’é la vita e le sue passioni, senza remore e indugi… L’esposizione iconografica “Aiutami a non aver paura” del laboratorio di oncologia infantile (ospedale “Regina Margherita”) in una raccolta di disegni dei bambini costruita dall’associazione Antescena in collaborazione con gli operatori sanitari e gli insegnanti. Attivazione del Laboratorio di musicoterapia, suddiviso in due momenti (operatori sanitari e pazienti e loro famigliari), costituito da dialogo sonoro, manipolazione di strumenti, ascolto, uso di colori, rilassamento… Come pure il Laboratorio di arti terapie comprendente piccoli musei sentimentali sull’equinozio d’autunno costruiti individualmente o in piccoli gruppi attraverso un laboratorio di creazioni fatto con oggetti vari e materiale povero, unitamente a parole e musiche. Un Incontro esperenziale/seminario con l’Associazione Salute Donna dedicato alla presenza e consapevolezza attraverso tecniche di ascolto per imparare a vivere nel momento, sperimentare una possibilità di autonomia dalle ansie quotidiane, paure ed angosce. Un Incontro esperenziale/seminario con l’Associazione Antescena fatto di racconti, testimonianze, piccole esperienze teatrali pratiche per avvicinare attraverso il sentimento teatrale l’universo delle paure e delle gioie di operatori e familiari nell’incontro con il bambino malato di tumore. 
 
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