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Terapie antiangiogenetiche, ecco i progressi più recenti

di
 
Alessandro Comandone*
Tiziana Comandone §
Paolo Pochettino*
Davide Ottaviani*
 
 
* S.C. Oncologia
Ospedale Humanitas Gradenigo
Torino
§ Dipartimento
di Scienza e Tecnologia del Farmaco
Università di Torino
 
 
 
Riassunto
Fin dagli anni 70 del secolo scorso la neoangiogenesi è stata riconosciuta come un processo fondamentale della crescita, proliferazione e metastatizzazione delle cellule tumorali. Lo sviluppo della biologia molecolare ha permesso di identificare dei momenti essenziali nell’origine e nel mantenimento dei processi di neoangiogenesi. Su tale modello di conoscenza si è poi sviluppato un fiorente filone di ricerca per ottenere farmaci volti al controllo della neoangiogenesi. Piccole molecole inibitrici delle chinasi (TKI), anticorpi monoclonali, inibitori dei pathways intracellulari, farmaci ad attività immunogenica e la scoperta di attività antiangiogenetica anche in farmaci anche molto datati quali ciclofosfamide, methotrexate, etoposide hanno arricchito l’armamentario in questo campo di ricerca e di clinica applicata.
Le terapie antiangiogenetiche sono ormai realtà nella pratica quotidiana nei tumori della mammella, del polmone, del colon, dell’ovaio e del mieloma multiplo. Purtroppo nessuna di queste terapie ha un ruolo definitivo di controllo della crescita e sviluppo neoplastico, ma nella totalità dei casi gli antiangiogenetici hanno una funzione citostatica. Nuove vie di ricerca si stanno aprendo nel tentativo di ottenere risultati più completi e definitivi nel campo della lotta ai tumori.