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Voci del '900 - In ricordo di Michele


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IL RICORDO
 
 
Giovedì
20 Settembre 2018,
ormai sono più di 2 mesi,
si è consumato
l'ultimo giorno d'estate
della carta stampata.

 

A cura di: Davide Deangelis 

A Milano si piangeva Inge Feltrinelli, a Torino Michele Fenu. In altre sedi e ben altre penne hanno ricordato e scriveranno della volitiva editrice, per quanto mi riguarda, come articolista del Gruppo Italiano Tumori Rari, non avrei potuto esimermi dal commemorare il nostro caporedattore, che, nonostante la malattia, molto ha saputo offrire alla causa della divulgazione, profondendo lo scarso tempo e le esauste energie insieme alle sue indubbie capacità e competenze.
 
Ho conosciuto Michele nelle corsie del Day Hospital di Oncologia agli inizi del suo lungo “viaggio”, l'ho apprezzato come scrupoloso responsabile delle pagine del sito GITR, l'ho perduto come riservato amico. Già. Quando una malattia cronica consente di conservare una decente qualità di vita, senza compromettere funzioni vitali o ridimensionare eccessivamente gli impegni quotidiani, non è rara una lunga sopravvivenza che avvicini pazienti e famigliari ai professionisti della salute, in contesti di cura circonfusi da un clima meno formale, quasi amicale, senza con ciò pregiudicare serietà e giudizio. Non stupisce quindi che durante le infusioni di fleboclisi, o nelle manovre relative ad un prelievo di sangue si instaurino dei brevi dialoghi, si abbozzino delle confidenze o si riferiscano delle sensazioni che l'ascolto attento, discreto e rispettoso consente di cucire insieme, delineando un verosimile profilo psicologico e storico-esistenziale del paziente. 
 
In quasi vent'anni di assidua frequentazione, dalle iniziali sortite correlate al follow up, alle allegre incursioni durante le quali regalava sorrisi e apprezzamenti ironici a tutto il personale, fino alle ultime più sofferenti comparizioni, Michele Fenu, non era più "soltanto" un paziente.
LaStampaMotoriEra un esperto giornalista (Responsabile per anni della pagina Motori de La Stampa e scrittore di libri sull'auto) che dispensava consigli letterari, un puntiglioso correttore di bozze, nemico dei refusi, non meno di quanto CirquitiF1l'oncologo possa esserlo delle cellule tumorali. Era un conversatore brillante che intratteneva i suoi compagni di stanza, vaticinando trionfi calcistici della sua squadra del cuore, o ripercorrendo le prodezze di quel campione automobilistico, senza tralasciare un commento sulle gesta del suo gatto che adorava al punto da definirsi scherzosamente “gattolico”! 
In tutti gli scambi avvenuti di persona o al telefono ha sempre esibito determinazione nel sottoporsi alle cure ed ostentato fiducia nel nostro operato, citando ripetutamente la frase del Procuratore Capo del caso Tangentopoli, Borrelli: ”Resistere, resistere, resistere”. Ed in effetti, Michele dimostrò una resilienza, termine a lui caro, fuori dal comune: quanto più il suo scheletro cedeva alle invasioni neoplastiche, deformando l'impalcatura del suo rachide, tanto più la sua dirittura morale, il suo impegno nella redazione, nella correzione e nella stesura delle pagine da pubblicare sul nostro sito si consolidavano.
Nonostante il suo incedere si facesse più impacciato, il suo passo insicuro, non si separò mai dalla sua ventiquattrore dalla quale, magicamente, estraeva una copia della rivista Cardio-Piemonte della cui collaborazione andava fiero e con cui auspicava potesse nascere una sinergia formativa. Fino all'ultimo ingresso in DH, ormai sulla sedia a rotelle a causa degli edemi declivi, non dismise mai le sue scarpe a puntale, classiche, o di indossare una giacca raffinata, quasi fossero un suo segno distintivo, una connotazione identitaria. Sobriamente elegante nel vestiario, quanto fine e ricercato nella scrittura. Attento e meticoloso nella ricerca lessicale, senza disdegnare toni sferzanti o umoristici. Uno stile garbato, piano e intrigante insieme: purissimo, qual è quello dei grandi.
 
Copert.CardiopiemForse proprio per la compiacenza che hanno gli spiriti alti nei confronti dei neofiti, apprezzava il mio lessico ampolloso -invero al limite della magniloquenza- e le mie citazioni latine, o forse perché rievocavano indirettamente i suoi trascorsi scolastici, presso l'Istituto Sociale. La formazione classica non l'aveva dimenticata, né rinnegata, anzi, la rafforzò grazie al sodalizio intellettuale ed umano stretto con la moglie Annagrazia, depositaria di tutte le mail con le bozze dei miei articoli.
Maschilisticamente, si è soliti recitare che “dietro un grande uomo, si cela una grande donna”, in questo caso i due compagni hanno avuto la fortuna di percorrere l'avvincente strada della vita l'uno di fianco all'altra, rallegrati da un'amabile moltitudine di figli e nipoti. Non so se la riservatezza ed il contegno di Michele avrebbero apprezzato questa scorreria nel privato, tuttavia sono sicuro che avrebbe condiviso l'intento di rendergli un sincero omaggio e l'onestà intellettuale che mi ha mosso. Purtroppo non riceverò più i suoi icastici e puntuali commenti, né i suoi inseguimenti e i rimbrotti per la lentezza nella consegna dei “pezzi”.
Mi mancherà molto, ma come abbiamo imparato dalla lettura de Il piccolo Principe, una volta che ci si è addomesticati, non si esce più dal cuore di un amico.
 
Addio Michele e grazie ancora.
  

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