Utilizziamo i cookie per assicurarti la migliore esperienza nel nostro sito. Questo sito potrebbe utilizzare cookie, anche di terze parti, per inviarti messaggi promozionali personalizzati. 
Per saperne di più, conoscere i cookie utilizzati dal sito ed eventualmente disabilitarli, accedi alla Cookie Policy. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti all’utilizzo dei cookie.

Un organo al giorno... Il Colon

Colon

 
LA CONOSCENZA 
 
Adeno-carcinoma:
come si combatte
una antica patologia
 
ALLA SCOPERTA
DEL COLON
UN ORGANO IMPORTANTE
MA DAI SINTOMI VAGHI

 

 
Di: Davide Deangelis
 
Il corpo umano non è “democratico”, esistono organi definiti nobili come il cuore, il polmone, i reni, l’encefalo ed altri che espletano funzioni meno raffinate come l'intestino, in particolare il colon, il cui significato, fisiologico e simbolico, è ascrivibile all'immondo capitolo della scatologia. Fin dall'antichità si è pensato che il diaframma, il muscolo cupoliforme posto trasversalmente nel tronco, separasse gli organi superiori, non solo in senso eminentemente fisico e anatomico, propri dell'uomo, da quelli inferiori, abbietti e animaleschi.
Lo stesso Aristotele, da medico e biologo ante litteram qual era, procedette a distinguere le proprietà e le caratteristiche delle emissioni d'aria, prodotte dalle compartimentazioni toraciche (respiro, starnuto, sbadiglio) raffrontandole con quelle addominali di sudicia natura (eruttazioni, aerofagia, borborigmi, meteorismo, flatulenza). Tutta la letteratura, dalle commedie dissacranti di Aristofane e Plauto, fino alle opere sarcastiche di Moliere e Rabelais, passando dalle rime dantesche che descrivono le “trombe” dei diavoli e i mordaci commenti (i primi tweet!) deposti sulla statua di Pasquino, per giungere ad alcuni racconti della Scapigliatura, si è dovuta confrontare con queste lorde tematiche non solo per muovere il riso sguaiato del volgo, ma per ricordare indirettamente quel sempiterno insegnamento condensato nella frase: “Respice post te. Hominem te memento” (“Guarda dietro a te. Ricordati che sei un uomo”).
 
Aristotele
Il ricordo della nostra condizione terrena, il nostro legame indissolubile con la caducità esistenziale, la nostra ontologica debolezza passano anche dalle nostre bassezze corporali che ci accomunano agli altri animali con cui condividiamo questo ormai piccolo pianeta. E come sempre accade quando l'uomo si deve relazionale con il male, l'impudico, il ripugnante ha sentito la necessità di dover mondare, emendare, correggere e purificare tali lordure, ricorrendo a una sorta di esorcismo che potesse nobilitare la sua condizione di essere razionale e padrone della natura, inventando pratiche depurative come l'idrocolonclisi.
Al di là delle sue applicazioni terapeutiche, la storia del lavaggio colico ha attraversato secoli (in questo caso si potrebbe dire è transitato!) interessando i più celebri pazienti e attirando l'attenzione dei più importanti medici di ogni epoca. Le vestigia di tale storia e il suo significato “purgante” si ritrovano in termini come clistere, enteroclisi o clisma, la cui radice è riconducibile al verbo greco κλύζειν che significa lavare e che ha un corrispettivo latino in cluere, da cui la parola cloaca, il famoso condotto fognario di Roma, meritevole addirittura di un nume tutelare, Cluacina.