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2015 - Terapie Antiangiogeniche in Oncologia

Terapie Antiangiogeniche in Oncologia
 
 
Di Alessandro Comandone

Gli studi esorditi negli anni 70 del secolo scorso sull’importanza della neoangiogenesi nello sviluppo tumorale, hanno condotto nel corso dell’ultimo decennio all’identificazione di sostanze farmacologiche in parte naturali e in gran parte di sintesi che interferiscono con il processo di formazione dei vasi nei tessuti tumorali.

Il farmaco di sintesi più antico dotato di involontaria attività antiangiogenica è la tristemente famosa talidomide.
 
Sintetizzata alla fine degli anni 50 come tranquillante e prescritto anche a donne in gravidanza perché ritenuto innocuo, determinò un vero disastro farmacologico causando aborti spontanei e malformazioni nel feto (focomelia) in una vera epidemia che interessò soprattutto i Paesi del Nord Europa.
 
Solo cinquant’anni dopo le proprietà teratogeniche della molecola vennero comprese appieno, e talidomide fu riconosciuto come potente antiangiogenico che ha trovato una sua applicazione terapeutica soprattutto in Ematologia, nella cura del Mieloma Multiplo.
 
Al contrario dal 2000 ad oggi sono stati razionalmente scoperte e sintetizzate molte molecole attive sui processi di angiogenesi.